I bari di Michelangelo Merisi Caravaggio

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Il dipinto ha come soggetto due giovani che giocano a carte in presenza di un "baro" che appoggia l'imbroglione. L'ambientazione è praticamente inesistente, luministica. Caravaggio crea lo spazio illusorio che si protrae in profondità grazie alla posizione delle figure e del "backgammon" posto di sghembo sul tavolo che si trovano in prossimità dello spettatore, e grazie alle espressioni e alla gestualità che le legano. La scena sarebbe prevalentemente scura, se non fosse per una luce che proviene da sinistra e che avvolge i giocatori in un'atmosfera chiara e luminosa. L'imbroglione è rappresentato di spalle, permettendo così allo spettatore di notare che sta estraendo alcune carte dalla tasca posteriore; dietro il tavolo c'è il giocatore; ancora più lontano si trova il "bravo", intento a spiare le carte del giocatore. Notevole è la rappresentazione dei minimi particolari, tanto nel backgammon, frammento di natura morta, quanto nel guanto usurato del baro e nelle piume del copricapo dell'imbroglione. Questa scena, così teatrale, descrittiva e realistica contiene tuttavia un monito morale, una condanna del malcostume, in particolare del vizio del gioco. Non si tratta dell'unico monito contenuto implicitamente in un dipinto, un altro esempio è dato dalla Buona ventura, per quanto riguarda la condanna di coloro che vorrebbero venire a conoscenza della propria sorte non rispettando l'imperscrutabilità della volontà divina. Il quadro godette di notevole fortuna e fu soggetto di numerose copie da parte degli artisti contemporanei, oltre a garantire notorietà a Caravaggio tra gli aristocratici romani: il committente fu, infatti, il cardinale Francesco Maria Del Monte, il cui stemma è dipinto sul retro


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