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Colle di Nocera Umbra CAP 06025

Voler ricomporre con le rovine del passato la storia del proprio Borgo natio accostando frammento a frammento é quel che, mi pare, Sante Cioli ha inteso proporsi nell' accingersi a scrivere questa storia. E' il tentativo, che a me sembra ben riuscito, di creare, attraverso la comprensione della documentazioni, un grande affresco di usi, costumi, personaggi e soprattutto vicende di quell' angolo di terra umbra antichissima, chiusa nella sua mistica civiltà fatta di silenzi operosi; scrivere, insomma, un libro ricordo nel quale tutti, persone colte e non, possano trovare registrate vicende antiche tramandate nel tempo e non ancora del tutto spente nella memoria degli anziani o riconoscere cognomi e nomi che ancora oggi si sentono ripetere nelle case, nelle strade, nelle vigne, nelle aule consiliari. L'autore, che ha costruito il suo racconto sulla autenticità di una fertile copiosa documentazione, è riuscito a dare una immagine precisa e chiara di quella realtà antica. Così ne è scaturito un volume ricco di notizie, preciso nelle informazioni e piacevole nella lettura...Roma 27 febbraio 1986, Silvio Pirrami Traversari Presidente della Corte dei Conti - fonte: Storia della Parrocchia dei S.S. Gregorio e Romano in Castro Collis, Comitatus Civitatis Nuceriae, Pro Loco, stampato a Roma Dicembre 1986


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I luoghi del silenzio


Nocera Umbra

Fondata dagli umbri nel VI secolo a.C., conobbe sotto il dominio romano un notevole sviluppo legato alla sua posizione lungo il tracciato della via Flaminia. Distrutta nel 410 d.C. dai visigoti e successivamente occupata dai longobardi, divenne comune autonomo nell'XI secolo, grazie al sostegno del vescovo Anselmo (1160-1202). Sottomessa nel 1202 dalla guelfa Perugia e coinvolta nelle lotte con la ghibellina Foligno, fu distrutta nel 1248 da Federico II di Svevia e poi ricostruita nelle forme architettoniche e urbanistiche che attualmente la contraddistinguono. Fu soggetta alla vicaria di Foligno dal 1392 al 1439, quando fu inglobata nello Stato Pontificio; ebbe inizio da quel momento un periodo di rinascita economica e culturale legato principalmente al riconoscimento delle virtù terapeutiche delle sue acque minerali. Il toponimo, che ha assunto l'attuale specificazione nel 1863, deriva secondo alcuni dal latino NUCERIA, adattamento dell'antico NOUKRIA, 'città nuova'; secondo altri è da collegare invece a LUCERES, nome di una delle tribù in cui era diviso il popolo romano. Testimoniano la sua origine medievale le mura e le torri che circondano l'antico borgo. Di particolare interesse artistico sono inoltre la chiesa trecentesca di San Francesco, adorna di pregevoli affreschi del secolo successivo, il duomo, di origini romaniche, con un interessante pavimento maiolicato, e la chiesa di San Giovanni Battista, con portale gotico, altari barocchi e una cantoria in stile veneziano, fonte: italiapedia.it

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Le pietre della memoria

Colle Portal

Storia della Parrocchia dei S.S. Gregorio e Romano in Castro Collis

Sante Cioli
Roma - Dicembre 1986

Voler ricomporre con le rovine del passato la storia del proprio Borgo natio accostando frammento a frammento é quel che, mi pare, Sante Cioli ha inteso proporsi nell' accingersi a scrivere questa storia. E' il tentativo, che a me sembra ben riuscito, di creare, attraverso la comprensione della documentazioni, un grande affresco di usi, costumi, personagg...



Castrum Collis, dalle origini alla costituzione della Parrocchia dei SS. Gregorio e Romano

Sante Cioli
Roma Aprile 1981

In principium erat Verbum...poi ci fu subito Colle. Questo almeno per ogni buon collegiano.A noi che evidentemente non siamo buoni collegiani, è sorto il dubbio che le cose potessero essere andate diversamente e così abbiamo cercato di apprendere qualche notizia al riguardo. Purtroppo le notizie non hanno confermato l'assioma, però hanno alimentato la n...



Banditi e briganti d'Italia

Adriano Sconocchia
Newton Compton Editori

La storia, le imprese e la vita violenta dei fuorilegge più famosi, tra leggenda e realtà. La storia di un fenomeno controverso come quello del brigantaggio in Italia, tra mito e realtà. Il termine "brigante" indica qualcuno che opera al di fuori della legge e nel linguaggio comune ha assunto una connotazione fortemente negativa. Tuttavia la storia del ...



L'Italia dei Secoli d'oro

Montanelli - Gervaso
BUR

Il Medio Evo dal 1250 al 1492. Dalla morte di Federico II (1250) alla scoperta dell'America (1492), si apre l'epoca probabilmente più splendida del nostro passato: il Rinascimento. Personaggi straordinari si affacciano sul palcoscenico della storia: Lorenzo il Magnifico, Bonifacio VIII, Cristoforo Colombo e Gian Galeazzo Visconti. E ancora Dante, Petrarca...



L' abbazia perduta. Breve storia del monastero di San Benedetto di Gualdo

Bebi Matteo
Era Nuova

Anno 1008, tra le fronde d'una piana boscosa avvolta dalle nebbie sorge un'abbazia. Siamo ai piedi dell'Appennino, nell'Umbria orientale. Il libro, frutto del lavoro preparatorio e di studio che c'è stato per la realizzazione del romanzo "Poi si fece buio", vuole essere una celebrazione della nascita della famosa e potente Abbazia. L'omaggio a un luogo tr...



La storia di Perugia. Dalla preistoria ai giorni nostri

Matteo Bebi
Typimedia editore

"La Storia di Perugia" della collana Communitybook è un viaggio nella magnifica città adagiata sui colli prospicienti il fiume Tevere. Agli albori delle ere geologiche le due colline che oggi la ospitano spuntano da un'immensa distesa d'acqua appena velata dalla nebbia; sono isole popolate dai primi mammiferi di piccola taglia, ma anche da tigri, cervi d...



Il vescovo monaco : vita di san Rinaldo, vescovo di Nocera Umbra

Sigismondi Gino
Università degli Studi di Perugia

Primogenito di Napoleone, conte di Postignano e discendente dalla famiglia di un duca longobardo di Nocera Umbra, nacque nel castello di Postignano, posto nel contado nocerino, nel 1150 circa.Lasciando ogni diritto feudale ai fratelli, si ritirò per una vita di preghiera e di penitenza prima sul monte Serrasanta di Gualdo Tadino, poi nel celebre eremo di ...



L’acqua Angelica e i Bagni di Nocera Umbra

Sigismondi Gino
Arti Grafiche Colombo Cusano Milanino – s.d.

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Nocera Umbra- Gualdo Tadino- Valfabbrica-Fossato di Vico, Perugia, 1976

Santucci Francesco
Camera Commercio PG

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L’Acqua Bianca e i Bagni di Nocera Umbra

Sigismondi Gino
Grafica Salvi – Perugia 1977

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La terra di Nocera

Sigismondi Gino
Topografia Porziuncola S. Maria degli Angerli – 1977

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Tre codici medievali storico-agiografici, inediti di Gualdo Tadino

Sigismondi Gino
Vol. VII, Foligno 1983

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Il castello di Salmaregia o Somaregia (cenni storici)

Pilati Dalmazio
Fabriano,1989

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Storia Di Gualdo Tadino (1900)

Guerrieri Ruggero
Kessinger Publishing

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Chi ha fatto più danni invadendo l'Umbria nel corso dei secoli?

Contemporanei
Visigoti
Napoleone
Longobardi
Stato Pontificio

Arte e cultura a Nocera Umbra

La bellezza di Nocera Umbra è strettamente legata alla sua storia ed alle vicissitudini che ne hanno formato il nucleo urbano, con la sua conformazione, palazzi, architetture di ogni epoca. Dopo il terremoto del 1997 si è avviata una faticosa e attenta opera di recupero che è in fase di completamento e sta restituendo alla comunità il suo bene più prezioso, l'antica città, scrigno e memoria di ogni faniglia nocerina. Il centro della cittadina è racchiuso ancora nelle mura antiche che si varcano attraverso Porta S. Francesco detta Porta Vecchia; la porta è decorata all’esterno da due fontane che richiamano subito alla tradizionale denominazione di “Città delle acque”. Questa denominazione per secoli ha accompagnato il nome di Nocera Umbra, per la straordinaria ricchezza di fonti che caratterizzano il territorio, dal quale ancor oggi si ricava gran parte delle acque che servono al tutto il comprensorio regionale. Risalendo la collina, attraverso stradine e percorsi diversi si arriva in Piazza Caprera, dove si affacciano gli edifici simbolo della città: Il Comune, Il Duomo, la chiesa di San Francesco. La Chiesa di San Francesco, è oggi adibita a Pinacoteca e Museo Civico e conserva reperti archeologici ritrovati nel circondario, testimonianze di epoche diverse, dal paleolitico al medioevo e una raccolta di opere d’arte fra le quali spiccano gli splendidi affreschi di Matteo da Gualdo. Il Duomo, più volte ricostruito nei secoli, conserva l’impianto architettonico romanico, di cui resta traccia evidente nello slanciato portale d’ingresso decorato con motivi vegetali e nella pianta ottagonale dell’abside; all’interno colpisce il pavimento maiolicato della sacrestia e i lavori di Giulio Cesare Angeli (1600), autore degli affreschi all’ingresso e di alcune tele. Nel Duomo è conservato il corpo di S. Rinaldo, patrono della città. Percorrendo la stretta salita a fianco del Duomo si costeggia la Torre del Campanaccio (XI sec.), l’edificio più alto e visibile di Nocera Umbra, ultimo residuo della Rocca originaria, che distrutto dal disastroso terremoto del 1997 divenne simbolo della comunità ed è stato completamente ristrutturato e reso visitabile; ai piedi della Torre, si apre una terrazza dalla quale si gode lo spettacolo del panorama della sottostante valle e dei monti che la circondano. La Chiesa di S. Filippo realizzata dall'architetto Luigi Poletti nel secolo scorso (1886) in stile gotico, presenta sull’altare una pala raffigurante la Morte di San Filippo Neri di Francesco Grandi. La Chiesa di S. Giovanni edificio di epoca romanica, si chiamava anticamente S. Maria Antica e fu cattedrale di Nocera nel XIII sec. Assunse l’attuale denominazione, mutuandola da una chiesetta (San Giovanni della Sportella) che sorgeva dove attualmente si trova il parlatorio delle Clarisse dell’adiacente Complesso del Monastero di Santa Chiara; conserva un portale gotico, e tre altari barocchi in legno dorato arricchiti da dipinti dei sec. XVII e XVIII. Nelle adiacenze, la Piazza Torre Vecchia, dove pare che sorgesse una antica torre di difesa e che veniva utilizzata nel periodo comunale per le assemblee di popolo. La Palombara, torre di avvistamento del periodo bizantino. La Biblioteca Piervissani, sorta nella ex Chiesa di Santa Maria, conserva una ricca raccolta di 35.000 volumi di valore storico e culturale - fonte:lagaggiaspina