La regina degli scacchi

1465

Luis Ramírez de Lucena (1465 circa – 1530 circa) è stato uno scacchista spagnolo

La sua Repetición de amores y arte de ajedrez, con CL juegos de partido, del 1497, tramandata attraverso una dozzina di copie, è considerata la più antica opera a stampa sugli scacchi arrivata a noi.

Nella sua opera principale, Repetición de amores y arte de ajedrez, con CL juegos de partido analizza undici aperture, prevalentemente di gioco aperto. Aveva raccolto e trascritto le versioni delle partite durante i suoi viaggi in Italia, Francia e Spagna

Lo scacchista portoghese Pedro Damiano la utilizzò come fonte per scrivere Il libro da imparare a giocare a scacchi et de li partiti, pubblicato a Roma nel 1512. Abbandonata per centinaia di anni fu ritrovata nel XIX secolo

Il nome dello scacchista si ritrova anche nella posizione di Lucena, che fu pubblicata nel 1634 da Alessandro Salvio.

Partite di Luis Ramírez de Lucena, su Chessgames.com, Chessgames Services LLC

1530

1480

Pedro Damiano (in portoghese: Pedro Damião; Odemira, 1480 – 1544) è stato uno scacchista portoghese

Nato in Portogallo da una famiglia di origini ebraiche, fu un farmacista di professione. In seguito al decreto di espulsione degli ebrei dal suo paese emanato nel dicembre del 1496 dal sovrano Manuele I fuggì in Italia e qui cambiò il suo nome nella versione italiana con cui è noto in tutto il mondo

In Italia Damiano scrisse il suo celeberrimo manuale Libro da imparare giocare a scachi et de li partiti, che fu edito a Roma, in italiano, nel 1512. Il testo conobbe otto edizioni nel XVI secolo. Dedicò il libro a un gentiluomo esperto nell'arte militare, l'eccellentissimo signor Giovanni Giorgio Cesarino Romano.

Damiano descrive le regole del gioco, all'epoca già simili, ma non identiche, a quelle attuali (mancavano ad esempio arrocco e presa en passant), offre consigli sulla strategia, presenta una selezione di problemi di scacchi (i "partiti" citati nel titolo) tuttora molto famosi (vedi diagrammi) ed analizza alcune aperture. La maggior parte di questi problemi erano però già stati pubblicati da Lucena

In passato non esistevano regole chiare per la trascrizione delle partite; le caselle della scacchiera inoltre non erano necessariamente bianche e nere a colori alternati. Damiano contribuisce a fare chiarezza introducendo una notazione (la trascrizione alfanumerica delle partite) basata sulla numerazione delle case da uno a sessantaquattro, e fissando la consuetudine di avere le case a colori alternati. Il suo è infatti il più antico testo di scacchi in cui si ritrovi l'affermazione che il quadrato a destra della fila più vicina ad ogni giocatore deve essere bianco.Ancora, Damiano dà suggerimenti su come giocare alla cieca (Arte de giocare alla mente), focalizzandosi principalmente sulla necessità di acquistare padronanza della notazione

1544

1548

Giulio Cesare Polerio, soprannominato l'Abruzzese (Lanciano, 1548 – Roma, 1612), è stato uno scacchista italiano

Nel 1575 Polerio accompagnò il suo amico Giovanni Leonardo a Madrid; lì disputarono il primo torneo di scacchi del mondo, organizzato dal Re Filippo II. In quel torneo, sfidarono e sconfissero il formidabile Ruy Lopez e Alfonso Cerón; in seguito, i due italiani furono raggiunti da Paolo Boi, noto come 'il Siracusano'

Dopo l'incontro del 1575, Polerio decise di rimanere a Madrid: diversi manoscritti risalenti alla fine del sec. XVI (1580-1600) e lì ritrovati, sono stati attribuiti a lui. Di fatto, è merito del suo lavoro se oggi è rimasta testimonianza – in Spagna e in Italia – del gioco degli scacchi di quel periodo

Dopo il suo ritorno a Roma, Polerio divenne il maestro di scacchi del Principe Boncompagni. Nel 1606, nella stessa città perse un match con Geronimo Cascio. Infine, all'Abruzzese va altresì il merito di aver introdotto l'arrocco (sia pure in versione diversa da quella corrente)

Si riporta ora una partita giocata da Polerio nel corso della permanenza a Sora, ove poté godere dell'ospitalità di Giacomo Boncompagni, Duca di Sora per l'appunto; essa è rinvenibile nel codice vaticano «Boncompagni n. 3», il più complesso e importante codice scacchistico della Biblioteca Apostolica Vaticana (D'Elia, 2000)

Polerio - Lorenzo [C53], Sora 1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ac4 Ac5 4.c3 De7 5.0-0 d6 6.d4 Ab6 7.Ag5 Cf6 8.a4 a6 9.Ad5 Cb8 10.Cbd2 c6 11.Aa2 Ag4 12.Db3 Aa7 13.Dd1 g6 14.dxe5 dxe5 15.Axf7+ Rd8 16.Cxe5 Dxe5 17.Axf6+ Rc8 18.Dxg4+ Cd7 19.Axh8 Dxh8 20.Ae6 De8 21.Cc4 Rc7 22.Df4+ Rd8 23.Dd6 Ab8 24.Dxd7+ Dxd7 25.Axd7 Rxd7 26.Cb6+ Rd6 27.Cxa8 Aa7 28.Tfd1+ Rc5 29.Td4 a5 30.Tad1 b5 31.b4+ axb4 32.cxb4# 1-0

1612

1528

Paolo Boi, detto il Siracusano (Siracusa, 1528 – Napoli, 1598), è stato uno scacchista italiano del secolo XVI

Proveniente da nobile famiglia, d'ingegno vivacissimo – fu poeta, marinaio e soldato – si diede prestissimo agli scacchi. Divenne noto e benvoluto presso il pontefice Pio V e molti principi italiani, fra cui il Duca di Urbino, il quale lo tenne alla sua corte per diversi anni

Esportò la sua passione per gli scacchi anche in Spagna e in Portogallo, alla presenza di Filippo II e di Re Sebastiano I rispettivamente, ottenendo il favore di ambedue oltre a notevoli entrate e privilegi

Uomo inquieto e grande viaggiatore, si confrontò a scacchi pure con i Turchi Ottomani in Ungheria, dove – pare prigioniero – riuscì a guadagnarsi la libertà

Dopo aver vissuto a Venezia e in Spagna, morì nel 1598 a Napoli (presso il palazzo di Carlo Gesualdo principe di Venosa, in un'accademia da Boi fondata) in circostanze mai chiarite: forse avvelenato da un suo servo oppure di morte naturale, o ancora per malesseri di stomaco

Di certo ebbe esequie solenni, cui presero parte molti aristocratici napoletani

1598

1542

Giovanni Leonardo Di Bona, noto anche col nome di Leonardo da Cutro e detto il Puttino (Cutro, 1542 – Bisignano, 1597), è stato uno scacchista italiano

Giovanni Leonardo studiava legge a Roma quando fu sconfitto dal sacerdote spagnolo Ruy López. Si trasferì a Napoli, città nella quale risiedette per un paio d'anni, ospite di uno zio con cui giocava molto. A Napoli ebbe modo di misurarsi con Paolo Boi. Tornato a Cutro liberò suo fratello dai saraceni, sconfiggendo il capo dei pirati e vincendogli anche 200 ducati.

Insieme al suo servitore Giulio Polerio, intraprese quindi il viaggio per Madrid per sfidare il sacerdote spagnolo Ruy López. Fece tappa a Genova, dove fu ospite in una casa privata e si fidanzò con la figlia del proprietario. Lasciò a Genova Polerio mentre lui continuò il viaggio. Sostò a Marsiglia e a Barcellona, ove conobbe Tommaso Caputo, detto Rosces, col quale proseguì il viaggio cui si unì un altro scacchista: Giovanni Rodriguez

Strada facendo, i tre amici fecero una burla a un locandiere chiamato el Muchacho: Leonardo, fingendosi un dilettante, gli vinse 700 scudi (somma che gli restituirono al ritorno)

Nell'estate del 1575, arrivati a destinazione al termine di un estenuante viaggio in carro, Leonardo frequentò il locale ove era solito giocare Ruy López, e vi giocò a 50 scudi a partita. Venuto a sapere degli incontri e che un giovane cutrese teneva testa a Ruy López, il re di Spagna, Filippo II, volle che i due si sfidassero a corte in sua presenza su una distanza di risultato pari a tre vittorie. Leonardo sconfisse il confessore del re – monsignor López – per 3 a 2, e Filippo II lo riempì di doni

Appresa la notizia della morte della fidanzata, partì per il Portogallo dove sconfisse 'il Moro', campione di corte di re Sebastiano, il quale lo soprannominò Il cavaliere errante. Morì alla corte del principe di Bisignano, avvelenato per invidia. Al posto di un grosso premio in denaro, Leonardo chiese che il suo paese natale, Cutro, fosse proclamato città, e che i suoi abitanti fossero esentati dal pagamento delle tasse per un periodo di vent'anni. L'impresa scacchistica è immortalata da un dipinto del pittore toscano Luigi Mussini, dal titolo Sfida scacchistica alla Corte di Spagna, custodito dal Monte dei Paschi di Siena

Annualmente, la sera del 12 agosto si commemora la vittoria del Puttino, perpetrata ai danni di monsignor Ruy López, vescovo di Segura: nella piazza centrale di Cutro, su di una scacchiera pavimentale gigante (costruita in onore dell'illustre concittadino), si riproduce la storica partita a scacchi con l'aiuto di una centinaia di figuranti (in piccoli gruppi, gli attori si impersoneranno in un pedone o pezzo, assumendone le tipiche movenze)

1597