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Posted by Umbriaway Consulting on 2017-09-10

Chiesa di San Francesco

La chiesa di San Francesco è una delle prime chiese francescane in Umbria dedicata al santo ed è stata costruita poco dopo la canonizzazione di San Francesco di Assisi. Tutte le chiese francescane sul territorio umbro (Gubbio, Montone, Montefalco) hanno caratteristiche architettoniche mollo simili. La chiesa ha un’unica navata, quindi la pianta rispecchia precisamente la Basilica superiore di San Francesco d’Assisi, ma è molto più semplice ed austera perché questa zona è fortemente sismica, fredda e umida e le pitture parietali hanno delle difficoltà di conservazione relative al luogo. La facciata della chiesa non si apre sulla piazza principale e questo ci indica l’antichità, la piazza fu costruita molti secoli più tardi. L’abside è poligonale ed è illuminato da tre bifore. La quarta bifora è oggi chiusa perché nel 1751, a causa di un terremoto, il campanile crollò e per lo smottamento del terreno, venne poi ricostruito proprio all’altezza della finestra. Come si può vedere dal modellino in legno della chiesa prima del 1751, il possedimento dei francescani era più grande. Ulteriore illuminazione viene dall’oculo sopra la porta, non ha caratteristiche particolari, proprio perché l’ordine francescano voleva comunque mantenere austerità nelle linee e nelle decorazioni. Nonostante il periodo storico e le influenze del gotico d’Oltralpe, le architetture francescane rimangono molto semplici, legate al romanico italico. Molto particolare è la mensa in pietra rossa costruita con materiale di rimpiego. come anche i pulpiti. Il portone ed il confessionale risalgono al “700; il portale in legno è stato attaccato alla parete coprendo anche pane degli affreschi presenti. Sempre con gli autori del funzionale sito i luoghi del silenzio approfondiamo i temi legati agli affreschi in questa chiesa. Nella chiesa di San Francesco non esiste un vero e proprio ciclo di affreschi, questo perché gli eventi sismici hanno nel tempo rovinato molte pitture e soprattutto questa chiesa viveva di donazioni e cioè erano i privati benestanti, che avevano un ruolo importante nella città, a fare una donazione in denaro e a richiedere un affresco in cui erano anche rappresentati. Per questo motivo si trovano tanti stili pittorici. Le informazioni relative alle pitture derivano da diverse fonti, ma in realtà per i territori di Gualdo Tadino e Nocera Umbra non si hanno notizie scritte sulle chiese fino al 1550 perché tutti i documenti della diocesi di Nocera Umbra sono andati perse. Entrando nella chiesa a sinistra in alto troviamo una delle opere di Matteo da Gualdo: la Madonna in trono con il bambino tra San Francesco e San Secondo. Restaurata dopo il sisma del 1997 ha delle caratteristiche molto particolari perché rappresenta quelle che era la ricerca rinascimentale di Matteo, soprattutto per i colori. Matteo fu un grande maestro di colore, ricercava le particolarità cromatiche e questo lo si può notare grazie ai colori che ci restituiscono i restauri. La figura più piccola in basso è la rappresentazione del committente che chiede una grazia; la sua dimensiona è dovuta alla gerarchia delle immagini. A fianco c’è San Francesco che riceve le stigmate un opera di Matteo da Gualdo molto bella per la realizzazione dei panneggi e la ricerca paesaggistica. Sotto infatti troviamo un affresco con lo stesso soggetto iconografico di un pittore giottesco assai precedente dove possiamo notare la diversa ricerca dei volumi dei corpi e del paesaggio. Quest’ultimo uno degli affreschi più antichi della chiesa, ha delle particolari linee molto bizantineggianti, che difficilmente si vedono in Umbria (sono maggiormente caratteristiche dell’Emilia Romagna e nord delle Marche), troviamo dei visi allungati e scuri e le così dette “mani a rastrello”, inoltre, come accadeva nelle zone senesi, l’abito del committente mostra dei simboli del casato di appartenenza. All’angolo troviamo la parete degli ex – voto, commissionata da persone che avevano ricevuto la grazia e dedicata ogni volta al santo che aveva fatto la grazia, vista la zona ricorrono spesso San Benedetto e San Bernardino. Sopra c’è il Volto sacro di Lucca; nel Duomo di Lucca vi è un piccolo ostensorio della fine del 4400 fatto di ottone e vetro.

Fonte

I luoghi del silenzio