Emilia - 2012-05-20

5.9 grado - deep km: 6.3 - 7 vittime vittime

Il terremoto dell'Emilia del 2012 è stato un evento sismico costituito da una serie di scosse localizzate nel distretto sismico della pianura padana emiliana, prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo, ma avvertite anche in un'area molto vasta comprendente tutta l'Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell'Austria, della Francia sud-orientale e della Germania meridionale. Già tra il 25 e il 27 gennaio 2012 si ebbero in zona fenomeni significativi, ma la prima scossa più forte, di magnitudo MI 5,9 e M 5,86 è stata registrata il 20 maggio 2012 alle ore 04:03:52 ora italiana (02:03:52 UTC), con epicentro nel territorio comunale di Finale Emilia (MO), con ipocentro a una profondità di 6,3 km. Il 29 maggio 2012 alle ore 09:00:03 ora italiana (07:00:03 UTC), una nuova scossa molto forte di magnitudo MI5,8 e Mw5,66 è stata avvertita in tutta l'Italia Settentrionale, creando panico e disagi in molte città come Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Rovigo; l'epicentro è situato nella zona compresa fra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. A quella delle 9:00 sono seguite altre tre scosse rilevanti: una alle 12:55 di magnitudo 5,4, una alle 13:00 di magnitudo 4,9 e un'ulteriore scossa alla stessa ora di magnitudo 5,2. Il 31 maggio 2012 alle 16:58 una scossa di magnitudo 4,0 con epicentro a Rolo e Novi di Modena, ha colpito la zona della bassa reggiana e dell'oltrepò mantovano, già molto provate dalle scosse dei giorni precedenti che avevano avuto come epicentro la vicina area della bassa modenese. Sempre la sera del 31 maggio alle ore 21:04 si è verificata una scossa di magnitudo 4,2 con epicentro a San Possidonio. Queste scosse sono state seguite da uno sciame sismico con scosse di magnitudo variabile di minore entità scala Richter. Un'altra scossa di magnitudo 5,1 è stata avvertita in tutto il Nord Italia il 3 giugno 2012 alle ore 21:20:43 ora italiana (19:20:43 UTC), con epicentro in Novi di Modena. Le accelerazioni di picco registrate dall'accelerometro di Mirandola durante le scosse più forti del 20 maggio e del 29 maggio sono state rispettivamente di 0,31 g e di 0,29 g, valori che in base alla carte vigenti di pericolosità sismica renderebbero stimabile in circa 2500 anni il tempo di ritorno di ciascun evento nella medesima area. I due eventi sismici principali hanno causato un totale di 27 vittime (22 nei crolli, tre per infarto o malore e due per le ferite riportate), in maggioranza dipendenti di aziende distrutte. Il 4 giugno 2012 è stato proclamato giornata di lutto nazionale per le vittime del terremoto. L'intensità massima dei terremoti, stimata come cumolo degli effetti della sequenza, è stata pari a 8, secondo la Scala Macrosismica Europea (EMS-98). Nel territorio interessato dalla sequenza sismica del 2012 si sono verificati in passato diversi forti terremoti. Documenti storici registrano infatti terremoti di magnitudo stimata in circa Mw 5,5 che si verificarono vicino Ferrara nel 1346, 1561 e 1570, mentre nelle zone di Finale Emilia e Bondeno avvennero nel 1574, 1639, il 15 dicembre 1761 (causando danni anche a Mirandola), 1908 e 1986. Altri terremoti avvennero a Mantova nel 1901 e Cento nel 1922. L'attività sismica più rilevante fu il terremoto di Ferrara del 1570, che culminò in una scossa di magnitudo Mw 5,4, mentre la sequenza sismica durò quattro anni, causando gravi danni alla città di Ferrara e dintorni. L'ultimo evento con media energia (MW 5,4) avvenne invece il 15 ottobre 1996 con il terremoto di Reggio Emilia del 1996, che causò danni moderati alle murature non rinforzata di Reggio Emilia e altre piccole città della Pianura Padana. La sismicità più significativa e recente precedente al 2012 si verificò nei mesi di aprile-giugno 1987 in tutta la struttura geologica del Cavone-Mirandola, con una sequenza di eventi di bassa magnitudo (2L<4, ad una profondità di meno di 4 km). Questa sequenza di terremoti superficiali bassa energia è stata caratterizzata da meccanismi di fagliazione normale.Il 17 luglio 2011 si verificò una scossa di magnitudo 4,7 con epicentro vicino a Sermide. Alle 04:03:52 un forte sisma della durata di venti secondi di magnitudo del momento sismico pari a 5.9, preceduto qualche ora prima (esattamente alle 01:13 e alle 01:42) da due scosse di MI 4,1 (Mw 3,98)[23] e 2,2, si è fatto sentire in tutto il Nord e parte del Centro Italia, facendo risvegliare la maggior parte delle persone, con epicentro a Finale Emilia a 6,3 km di profondità (distretto sismico: Pianura Padana emiliana). Il terremoto è stato avvertito dai sismografi di tutta Italia, ma le regioni in cui è stato avvertito dalla popolazione sono: Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino, Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria. Il sisma ha provocato 7 morti accertati, circa 50 feriti, 5000 sfollati e ingenti danni al patrimonio culturale a causa dei molti crolli di palazzi storici, aziende agricole e fabbriche. Il sisma ha provocato fenomeni diffusi di liquefazione delle sabbie, che hanno interessato ampie aree a San Carlo di Sant'Agostino, Mirabello, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Tali fenomeni si sono verificati anche a seguito delle scosse del 29 maggio nelle aree di Cavezzo e Moglia, causando il crollo di alcuni edifici anche di recente costruzione. Successivamente ci sono state nuove scosse: di 4,8 (alle 04:06, epicentro: Finale Emilia), di 5.1 (alle 04:07, epicentro: Bondeno), di 4,3 (alle 04:11 e alle 04:12, epicentri: Bondeno e Finale Emilia) e di 4,0 (alle 04:35 e alle 04:39, epicentri: Vigarano Mainarda e Finale Emilia). Una nuova forte scossa tellurica di 4,9 è stata avvertita a partire da San Felice sul Panaro alle ore 05:02 (ora italiana). Altre scosse di notevole intensità si sono avvertite alle ore 11:13, 15:18 e 15:21 rispettivamente di 4,2, 5,1 e 4,1 a Finale Emilia, Vigarano Mainarda e Bondeno. Alle 19:37 dello stesso giorno si è verificata inoltre una nuova scossa di magnitudo 4,5 con epicentro nei pressi di Bondeno. Un'altra scossa di 4,1 si è fatta sentire il 21 maggio alle 16:37 con epicentro in Finale Emilia. Il 23 maggio alle 23:41 un'altra scossa moderata di magnitudo 4,3 fa tornare il panico tra la gente. Il 25 maggio alle 15:14 un'altra scossa più debole, di 4,0 gradi della scala Richter è stata avvertita dalla popolazione. Le scosse del 29 maggio. Una forte scossa della durata di 18 secondi, di magnitudo 5,8 e definita superficiale (profondità ipocentro: 9,6 km) è stata registrata alle 09:00:03 del 29 maggio 2012[25][26]. L'epicentro è nella zona di Medolla e Cavezzo in provincia di Modena. Un primo bilancio provvisorio riporta crolli in edifici anche di interesse storico-artistico, tra quelli già danneggiati dall'evento sismico del 20 maggio, 20 vittime (due decessi avvenuti in data 5 giugno ed uno il 12 giugno) e almeno 350 feriti. Gli sfollati salgono a circa 15.000. Successivamente alla scossa delle 09:00 si sono verificate altre due scosse di entità rilevante: alle 12:55 di intensità 5,3 e alle 13:00 di intensità 5,2 con la durata di 30 secondi Queste due scosse hanno provocato i danni più ingenti nelle zone comprese tra Carpi, Rovereto sul Secchia, Novi di Modena e Moglia. A Mantova è stato chiuso il Palazzo Ducale e a Pisa è stato chiuso per inagibilità il Palazzo della Sapienza. Successivamente, una sessantina di scosse si sono registrate nella notte fra il 29 e il 30 maggio. Il terremoto è stato avvertito in quasi tutta la Slovenia, in particolare nelle regioni occidentali del Paese, in Svizzera nel Canton Ticino e nell'Istria, in Croazia, ma senza provocare né feriti, né danni, come riferito dai media sloveni. La scossa del 3 giugno. Una nuova forte scossa di magnitudo 5,1 alle 21:20 del 3 giugno 2012 con epicentro a Novi di Modena e avvertita in tutto il nord Italia ha nuovamente colpito tutta la zona della bassa modenese e dell'oltrepò mantovano. La torre dell'orologio di Novi di Modena è crollata durante la scossa. Analisi geosismologica. L'area interessata dall'innesco del sisma è una delle tante aree sismogeniche prossime alle zone dell'Appennino, classificata a livello 3 della scala di riferimento del rischio sismico. Il complesso sistema di faglie che si diramano nella bassa pianura emiliana è quello della dorsale di Ferrara, che si raccorda a ovest con quella di Mirandola. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) non ha escluso che la seconda scossa di magnitudo 5,8 del 29 maggio, avvenuta a distanza di nove giorni dal primo evento che fu di magnitudo 5.9, possa essere scaturita dall'apertura di una nuova faglia. Secondo questa ipotesi non si tratterebbe di una forte scossa di assestamento del primo terremoto, bensì di un secondo terremoto. Da un'analisi del meccanismo focale delle scosse di terremoto, risulterebbe che i processi cinematici di tutte le scosse registrate siano concordanti e che non ci siano state attivazioni di faglie discordi. I terremoti sono avvenuti lungo piani di faglia orientati all'incirca in direzione Est-Ovest e con movimento compressivo con una significativa componente trascorrente in direzione Nord-Sud. Tale orientazione è concordante con le strutture regionali di tipo appenninico aventi, in questo settore di catena, un senso di trasporto con vergenza NNE. In particolare la sismicità della sequenza dei terremoti dell'Emilia ha interessato i fronti compressivi più esterni, quali il Fronte Ferrarese ed il Fronte di Mirandola. Quest'ultimo è caratterizzato dalla presenza di una struttura anticlinale, detta appunto anticlinale di Mirandola.Il movimento delle faglie durante il terremoto ha provocato l'accavallamento delle falde appenniniche sepolte, al di sopra della placca adriatica, causando sollevamento del terreno e raccorciamento crostale. Grazie alle immagini radar acquisite e utilizzando l'interferometria differenziale, è stato possibile valutare la deformazione del terreno dopo le scosse del 29 maggio. Con questi dati è stato possibile misurare che il suolo si è sollevato di massimo 12 centimetri nell'area epicentrale, mentre si è abbassato di circa 2-3 centimetri nella zona di Finale Emilia. Queste ultime deformazioni sono probabilmente imputabili a movimenti superficiali di acqua nel sottosuolo. Per lo studio delle sorgenti sismogenetiche i geologi dell'INGV hanno utilizzato dati geomorfologici e geologico-geofisici con particolare attenzione allo studio dell'idrografia della regione, quest'ultima in quanto elemento sensibile ai più piccoli cambiamenti indotti dall'attività tettonica. Attraverso lo studio del reticolo idrografico sono state rilevate anomalie del drenaggio di origine certamente non antropica. Tali anomalie, confrontate con le strutture delle anticlinali sepolte note dalla letteratura geologica, hanno reso possibile di ipotizzare l'origine di parte di esse e di identificare le strutture attive nel sottosuolo. Dall'ulteriore confronto con le serie storiche relative ai terremoti avvenuti nell'area interessata si può concludere che queste strutture sono sismogenetiche, ossia capaci di generare terremoti. In diversi casi è stato possibile osservare la coincidenza tra la posizione di una anomalia del drenaggio, la presenza di una anticlinale sepolta e la localizzazione di alcuni terremoti riportati nei cataloghi. Una notevole anomalia del drenaggio in un'area priva di sismicità storica nei pressi di Mirandola fu messa in evidenza già dal 2000 rilevandone la correlazione con una importante faglia attiva sepolta. La sequenza sismica con i forti terremoti del 20 e del 29 maggio 2012 ha riattivato porzioni delle sorgenti identificate come ITCS050-Poggio Rusco-Migliarino e ITCS051-Novi-Poggio Renatico. Si ipotizza che queste sorgenti siano all'origine dei terremoti e che siano state la causa in passato del sollevamento delle dorsali di Ferrara e Mirandola che in passato causarono lo spostamento del corso dei fiumi Po, Reno, Secchia e Panaro. In particolare i geologi dell'INGV ipotizzano che la scossa del 29 maggio sia stata originata dalla sorgente ITIS107-Mirandola. Tutti i sette terremoti con M>5 hanno avuto epicentro posizionato lungo l'asse mediano della struttura tettonica attiva dal punto di vista sismico.Lista dettagliata delle scosse telluriche registrate dal 20 maggio 2012, escludendo quelle di magnitudo inferiore a 4.0; le scosse più forti (di magnitudo maggiore o uguale a 5.0) sono evidenziate in blu. Nei primi due mesi dall'inizio dell'attività sismica sono stati oltre 2300 i terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV. Di questi circa 2.000 sono avvenuti nel primo mese e quasi 300 - tutti con magnitudo modeste - nei successivi 30 giorni. Quasi tutte le repliche registrate hanno avuto localizzazione ipocentrale nei primi 15 km di profondità e solo una minima parte a profondità maggiore. A partire dalla seconda metà del mese di giugno si è registrato un sensibile decadimento dell'attività sismica, con andamento conforme alla legge di Omori. Rispetto a quanto accaduto per il terremoto dell'Aquila, nei primi 30 giorni di attività sismica, sono state registrate 1.499 scosse (contro le 9.312 del terremoto dell'Aquila) di cui 216 con magnitudo superiore a 2.0 (contro 220). L'evento nell'immediato ha comportato un dispiegamento notevole di forze di polizia, mezzi di soccorso aerei e terrestri di vigili del fuoco, Protezione Civile ed esercito. Per quanto accaduto è stato dichiarato il lutto nazionale per il 4 giugno 2012. I media hanno offerto un'ampia copertura dell'accaduto con le reti televisive nazionali e locali che hanno presentato in diretta gli avvenimenti poco dopo le varie scosse. Insieme al terremoto dell'Aquila del 2009 e al terremoto del Centro Italia del 2016, il terremoto dell'Emilia del 2012 rappresenta uno degli eventi sismici maggiormente seguiti e documentati in Italia, a fronte dell'ampia diffusione di notizie, filmati, interviste, report fotografici sul web. Oltre ai danni materiali su edifici pubblici, privati e storico-artistico, si aggiungono danni rilevanti di natura economica all'impianto produttivo regionale, in primis riguardo alla produzione del Parmigiano-Reggiano. Il 30 maggio 2012 il Consiglio dei ministri ha varato le misure d'emergenza: rinvio a settembre dei versamenti fiscali, aumento di 2 centesimi di euro dell'accisa sulla benzina, deroga al patto di stabilità per i Comuni. La conta dei danni riporta all'ordine del giorno il tema della prevenzione. Secondo la Protezione civile prevenire avrebbe un impatto economico decisamente meno oneroso rispetto al costo della riparazione dei danni[192]. In totale sono stati stimati danni per più di 13,2 miliardi di euro di cui 11,5 miliardi nella sola regione Emilia Romagna (in particolare nelle provincie di Modena e Ferrara), 980 milioni in Provincia di Mantova e 51 milioni in Provincia di Rovigo. Nei giorni successivi al disastro si sono verificati alcuni episodi di sciacallaggio: alcune persone si sono finte membri della protezione civile per potersi introdurre nelle abitazioni. La protezione civile e altre associazioni di volontariato hanno attrezzato alcuni centri di accoglienza per gli sfollati nei comuni prossimi all'epicentro del sisma sia nelle provincie colpite dell'Emilia che in Provincia di Mantova mentre svariate strutture alberghiere hanno offerto la disponibilità ad ospitare gratuitamente gli sfollati. Dopo lo smantellamento dei campi di accoglienza numerosi comuni hanno risolto il problema dell'emergenza abitativa trovando, per gli sfollati, soluzioni in abitazioni sfitte. Per inquadrare i tipi di interventi effettuati occorre distinguere tra Regione Emilia Romagna e Regione Lombardia. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna l'emergenza scolastica è stata risolta secondo due linee principali di intervento: gli Edifici Scolastici Temporanei e i Prefabbricati Modulari Scolastici. Per le scuole più gravemente danneggiate e inagibili (ossia quegli edifici che prevedevano lunghi tempi di ripristino) sono stati costruiti in tempi medio-brevi gli Edifici Scolastici Temporanei (EST. Tale progetto ha riguardato 28 istituti scolastici del Cratere Emiliano siti nei comuni di Bondeno, Mirabello, Poggio Renatico in Provincia di Ferrara; Fabbrico, Reggiolo, Rolo in Provincia di Reggio Emilia; Galliera, Pieve di Cento, San Giovanni in Persiceto in Provincia di Bologna; Camposanto, Castelfranco Emilia, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio, Soliera in Provincia di Modena. Per quegli edifici scolastici per i quali si prevedono tempi brevi di recupero e messa sicurezza sono invece stati adottati i Prefabbricati Modulari Scolastici. La Regione in questo caso ha dunque noleggiato moduli provvisori per consentire il regolare svolgimento dell'anno scolastico in attesa della messa in sicurezza e del ripristino di tali istituti. Essi sono stati utilizzati in sostituzione di 30 edifici scolastici nei comuni di Sant'Agostino, Ferrara, Vigarano Mainarda, Cento in Provincia di Ferrara; Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Budrio in Provincia di Bologna; Carpi, Mirandola, Finale Emilia, San Prospero, Cavezzo, Bomporto, San Felice, Medolla, San Possidonio in Provincia di Modena; Guastalla e Reggiolo in Provincia di Reggio Emilia. Diversa è invece la gestione dell'emergenza scolastica attuata dalla Regione Lombardia in Provincia di Mantova. Per quanto riguarda i comuni con edifici scolastici inagibili ma ripristinabili entro la data di inizio dell'anno scolastico la Regione ha finanziato una serie di interventi di messa in sicurezza e ripristino che hanno consentito agli studenti il regolare ritorno negli edifici scolastici entro la data di regolare inizio dell'anno scolastico. Tali interventi sono stati realizzati nei comuni di Felonica, Marcaria, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Giacomo delle Segnate, Schivenoglia, Serravalle a Po, Villimpenta, Mantova, Dosolo, Sermide, Pegognaga, Suzzara, San Giovanni del Dosso, Pomponesco, Viadana. In alcuni comuni, invece, gli edifici scolastici, essendo gravemente inagibili, richiedevano tempi lunghi di ripristino e in alcuni casi gli interventi di ripristino sarebbero stati troppo dispendiosi per le amministrazioni comunali rischiando inoltre di non ottenere risultati ottimali dal punto di vista della sicurezza. Tale situazione riguarda i comuni di Pegognaga, Poggio Rusco, Moglia, Gonzaga e San Giacomo delle Segnate - FONTE wikipedia