Isola

dista 4 Km da Nocera Umbra
lat/long: 43.1495, 12.7755
abitanti: 30 - 50
zona climatica: E
zona sismica: 2
metri slm: 446
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Isola di Nocera Umbra

Isola fa parte del comune di Nocera Umbra, in provincia di Perugia, nella regione Umbria.

Storia

Il nome Isola ha significati di luogo isolato probabilmente fluviale. Isola era anticamente un castello che i figli del conte Manfredo della famiglia dei Trinci , eressero intorno all'anno 1030. Ridolfo, Guglielmo, Opizzo e Sinibaldo dei Trinci lo edificarono chiamandolo “castello di Isola” dotandolo di un Monastero in onore e sotto titolo di S.Andrea. Posero Monaci dell'ordine di San Benedetto per la celebrazione del culto diurno. Alcuni anziani del paese ci raccontano a che i loro avi parlavano di monaci molto poveri all'interno del castello. Dei resti della struttura oggi quasi completamente interrati, rimangono visibili alcuni muri, uno sprone e una splendida fonte costruita in pietra scura che presenta due archi. All'interno di uno sgorga una fonte alla quale la tradizione attribuisce virtù salutari. Nell'antichità e fino agli anni cinquanta era l'unica sorgente dove gli abitanti del paese si recavano per attingere acqua. Sopra lo sprone del castello sorgeva una chiesa che il terremoto del settembre 1997 ha distrutto. All'interno erano presenti due affreschi riguardanti la crocefissione presumibilmente risalenti al XVI l'uno e XVII l'altro. Di questi si conservano solo delle foto successivamente impresse su tela. Della chiesa si ha testimonianza nei notai del 1400 e viene citata nelle visite pastorali del secolo successivo in poi. In una di queste, effettuata il 21 agosto 1592, si parla anche di un oratorio dedicato a S.Anna. Il titolo della chiesa dedicata a S.Pietro è riportato nel Liber beneficiorum del 1528, come appartenente al Monastero di S.Stefano di Parrano (WIKIPEDIA). Il toponimo “Insula” ha significato di luogo isolato. Isola, distante da Nocera 4 km in direzione nord, è un castello di poggio che, malgrado sia il centro murato del territorio nocerino posto più in basso sul livello del mare e con una catena di colline che lo sovrasta per tutto il lato nord nord-ovest, è difeso abbastanza bene almeno su tre lati. Sul lato meno protetto, quello ovest, un avvallamento del terreno testimonia la presenza di un fossato documentato anche in un atto notarile del sec. XVI. I collegamenti visivi sono a nord-est con il castello di Colle, ad est con il castello di Poggio, a sud-ovest con il castello di Postignano e ad ovest con Castiglione di Pertana che fa da collegamento con gli altri fortilizi nascosti dalle colline su quel lato. Attraverso brevi tracciati Isola è collegata con la via Flaminia ad est, con la strada per Perugia a nord e per Assisi a sud. I collegamenti secondari intorno al castello sono molti e di difficile nterpretazione cronologica. Il castello di Isola è oggi quasi completamente interrato. La pianta di forma abbastanza irregolare è ellissoidale ed esiste un dislivello di alcuni metri tra il lato sud, che è quello posto più in basso, ed il lato nord. Rimangono visibili solo alcuni tratti di mura con una bella fonte posta sul lato sud-ovest. A sud e ad est, lungo le mura si trovano la chiesa dedicata a San Pietro e una fila di edifici costruiti in epoca recente. A sud-est, fuori le mura e lungo la strada si è sviluppato un borgo. Una ricostruzione della struttura originale del castello si potrebbe effettuare solo con un attento scavo archeologico, in ogni caso lo studio comparato dei catasti pontificio e moderno, unitamente al sopralluogo, permette di fare alcune osservazioni e di avanzare alcune ipotesi. Con ogni probabilità le mura seguivano l’andamento segnato sulla carta dalla strada. L’unico tratto ancora affiorante, semicoperto dalla vegetazione, si trova sul lato ovest per una lunghezza di circa venti metri. A sud-ovest attaccata sulle mura spicca la fonte prima citata, costruita in pietra locale presenta due archi. Quello a sinistra, più piccolo e a sesto acuto, è largo circa un metro, quello a destra, più grande e con volta a botte, misura circa tre metri. All’interno del più piccolo da un rubinetto sgorga un’acqua, che la tradizione vuole salutifera, proveniente da una sorgente sotterranea. L’arco più grande è stato sbarrato, in epoca recente, da un parapetto a formare un abbeveratoio per animali. La parete di questo arco risulta originale, ben disposta e regolare solo fino ad una certa altezza, poi le pietre proseguono in maniera caotica tanto da far pensare ad un restauro od a una particolare funzione dell’arco stesso. L’altezza della fonte nel punto più elevato al centro dell’arco più grande è di circa m 2,5 ma una parte della base risulta interrata. Poco distante dalla fonte si giunge alla chiesa di San Pietro, l’edificio posto a sperone, presenta molti rimaneggiamenti e restauri che ne rendono difficile la lettura. In ogni caso la forma e la posizione possono far ipotizzare la sua funzione originaria come torre. L’ipotesi è sostenuta anche dalla rappresentazione, sicuramente idealizzata ma comunque indicativa, che del castello di Isola da il quadro ad olio del sec. XVIII raffigurante la diocesi nocerina. Nel quadro oltre alla chiesa posta sulle mura, con delle fattezze significative della sua funzione originale, viene riportata anche un’altra torre sul lato occidentale. Anche in un atto notarile del 1469 si parla della presenza nel “castrum” di isola di una “columbaria” e di un torrione; in quello stesso atto si dispone per il pagamento dei lavori di restauro delle mura che evidentemente già allora presentavano problemi di stabilità. Dopo la chiesa le mura sono coperte da costruzioni recenti e tutto il lato nord-est da un muraglione di sostegno. A nord una breccia, attraverso una leggera salita, introduce sulla spianata sotto la quale si trovano le abitazioni interne del “castrum”. La cinta muraria infine scendeva verso nord-est ed è ora completamente interrata e coperta di vegetazione. Il perimetro della cinta muraria è di circa 250 metri. Il notaio Bartolelli nel sec. XIV in un suo atto parla del barbacane della porta del castello di Isola. Nessuna affermazione certa si può fare sulla posizione del barbacane, che però va forse identificato nella torre trasformata poi in chiesa. Nel quadro prima citato si vede infatti che la porta è segnata proprio in quel luogo. Va inoltre detto che, da testimonianze raccolte sul posto, al momento del restauro della chiesa e dell’edificazione dei bagni pubblici fu rinvenuto e poi richiuso un grande arco, che può appunto far pensare all’accesso del castello. Sulle costruzioni ora interrate si hanno due testimonianze. Sulla carta pontificia l’area centrale del castello è suddivisa in particelle di forma prevalentemente rettangolare, che fa pensare alla originaria disposizione degli edifici. Al centro sembra di scorgere una strada principale con orientamento nord-sud ed una diramazione verso occidente. La seconda testimonianza riguarda l’abitudine, che la tradizione orale vuole antica, di prelevare una grande quantità di pietre dalle rovine del castello per costruire e riparare le case del borgo. Va infine notata la presenza di un pozzo che nella mappa pontificia è ancora segnalato proprio a ridosso della chiesa. Probabilmente alimentato dalla stessa sorgente utilizzata per la fonte prima descritta, era utilizzato fino ad alcuni decenni fa ed è ora completamente interrato - fonte I LUOGHI DEL SILENZIO

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