Data: 1712

L'impazienza di Newton cresceva. Era chiaro ormai che l'unica speranza per risolvere il problema stava nelle stelle. Il metodo della distanza Terra-Luna, proposto parecchie volte nel corso dei secoli precedenti, acquistava credibilità e consensi mano a mano che la scienza astronomica migliorava. Grazie ai tentativi di Newton di formulare la legge della gravitazione universale, i moti della Luna erano più comprensibili e in una certa misura più prevedibili. Ma il mondo era ancora in attesa che Flamsted completasse il suo rilevamento del cielo stellato.

Flamsted, fin troppo meticoloso, aveva trascorso quarant'anni a tracciare la mappa dei cieli e non aveva ancora pubblicato i dati raccolti. Li teneva ben sigillati a Greenwich. Newton e Halley riuscirono a mettere le mani su gran parte dei documenti di Flamsted e nel 1712 pubblicarono una edizione pirata del suo catalogo delle stelle. Flamsted si vendicò facendo incetta di trecento delle quattrocento copie stampate e bruciandole."Le diedi alle fiamme circa 15 gg fa", scrisse Flamsted al suo ex assistente Abraham Sharp. "Non so se Sir IN se ne rende conto, ma io ho fatto una gran gentilezza sia a lui che al dottor Halley". In altre parole i dati pubblicati, non sufficientemente provati come erano, potevano solamente screditare la reputazione di un astronomo. Poco distante un giovane curioso riuscì a mettere le mani su una serie di lezioni tenute a Cambridge di filosofia naturale ad opera di Nicholas Saunderson. All' epoca del noleggio, John Harrison sapeva già leggere e scrivere, fece una copia meticolosa, un riassunto sintetico con grafia chiara, minuta, regolare, dal titolo: "la meccanica di Mr Saunderson"