Data: 1717

Gli studiosi si interrogano su come abbia fatto Harrison a ottenere risultati senza basi se non quelle delle vivisezioni operate su meccanismi analoghi, pendole e orologi all' epoca costavano moltissimo ed é un mistero che cosa egli avesse potuto smontare. Non si ha notizia di nessun orologiaio, tranne lo stesso Harrison autodidatta, che all' inizio del settecento vivesse o lavorasse nel nord del Lincolnshire. Nel 1715 e 1717 Harrison costruì dopo il primo esemplare del 1713, altri due orologi a pendolo, pezzi oggi scomparsi o arrivati a noi smembrati. A questo proposito la tavola dell' equazione del tempo, ritrovato come documento ufficiale attribuito ad Harrison all' interno di di una superficie interna di uno dei pezzi, come carta protettiva era stato utilizzato per conservare per i posteri il legno dolce. Il documento é visionabile oggi a Guildhall nella stessa vetrina che contiene il primo orologio.

La tabella consentiva di rettificare la differenza fra ora solare, ovvero ora vera (indicata dalla meridiana) con l'ora media, artificiale ma più regolare, ottenuta per mezzo di pendole che battevano il mezzogiorno ogni 24 ore. Una scala mobile indicava la disparità fra il mezzogiorno solare e il mezzogiorno medioche si ampliava e si restringeva con il mutare delle stagioni.